Messina Denaro rinuncia a comparire alla prima udienza a Caltanissetta

Il boss, ora catturato e condannato al 41 bis, non si è presentato in aula. Ecco il motivo.

Cosa è successo

Matteo Messina Denaro, è stato chiamato a testimoniare al processo per le stragi del 1992.
La sua avvocata, che ne prende le difese, è da oggi la nipote Lorenza Guttadauro. Data la sua assenza per l’udienza, il processo è stato rinviato al 9 marzo: il commento del pg è stato: “Speriamo collabori”.
L’avvocata, non è una nipote qualsiasi: Lorenza Guttadauro è infatti la figlia della sorella di Messina Denaro e di Filippo Guttadauro.
Il cognome del padre, dovrebbe suscitare qualche ricordo: il nonno paterno (il padre di Filippo) è infatti Giuseppe Guttadauro, storico bossi di Brancaccio.
Per quanto riguarda gli sviluppi dell’udienza, anche l’avvocata ha disertato, lasciando le azioni di rito, ai legali d’ufficio per le arringhe difensive.

Il pg Patti, sul motivo dell’assenza e il rinvio al 9 marzo si è espresso chiaramente:

“La rinuncia a comparire non deve essere intesa come un disinteresse. Il difensore di fiducia deve avere il tempo di prendere conoscenza delle carte, era un diritto sacrosanto quello di chiedere il termine a difesa. Potrebbe aver rinunciato perché già sapeva quello che sarebbe avvenuto all’udienza”

Queste parole hanno subito fermato chi stava già pensando male riguardo l’assenza del boss e del so legale in aula.

La speranza nella collaborazione

In molti stanno sperando in una collaborazione con la giustizia e, a tal proposito, il procuratore generale (pg) di Caltanissetta, ha dichiarato:

“Nessuno di noi può sapere cosa passa in questo momento nella sua mente. È sicuramente depositario di conoscenze sulla stagione stragista del 1992-1994 che ancora oggi non sono sondate o conosciute sulla base degli altri collaboratori, perché il livello di conoscenza di Messina Denaro, per il rapporto strettissimo che aveva con Riina, è superiore a tutto quello che ci è stato raccontato fino ad oggi”.

Ma il boss non è stato solamente il mandante degli omicidi di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e delle loro scorte, ma:

“Uno di coloro che già nella fase iniziale aveva messo mano a questo progetto con la missione romana del febbraio 1992 di cui addirittura è protagonista materiale insieme a Graviano e altri”.

A mettere in dubbio le presenze future in aula, le sedute di chemioterapia, alle quali Matteo Messina Denaro, si sta sottoponendo in una cella allestita a tal scopo, sempre all’interno dell’istituto penitenziario de L’Aquila.


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