NINO D’ANGELO, “SONO MALATO DA TEMPO”. IL TERRIBILE ANNUNCIO

Ecco qual è la terribile malattia che da diversi anni ha attanagliato la vita di Nino D’Angelo. Lo racconta lui stesso in una recente intervista.

Il punto di rottura

Molto spesso ci si ritrova facilmente a pensare che chi è ricco e famoso, abbia una vita talmente tanto felice e agiata che durante la sua vita, non ha mai incontrato alcuna difficoltà.
Ma anche le persone più in vista, che sia per il talento musicale o per le apparizioni in tv, sono umani anche loro.
Infatti, sappiamo sempre molto poco della vita privata di queste persone che ci sembra di conoscere (data la loro frequente esposizione) ma che in realtà non conosciamo affatto.
Un esempio lampante può essere Nino D’Angelo. Tutti, almeno in Italia, sanno chi è e data la sua carriera, non c’è bisogno neanche di passare in rassegna i suoi successi.
Recentemente però, il cantante ha voluto aprirsi per farsi conoscere un po’ di più dai propri fan.
In un’intervista per Today, ha parlato di uno dei suoi traumi più grandi della sua vita, ovvero la morte dei suoi genitori:

“Finché hai i genitori hai qualche responsabilità in meno, quando non ci sono più invece ti rendi conto di tante cose. La morte dei miei genitori mi ha cambiato. Mi è arrivato addosso un dolore così grande che non sono riuscito a sopportarlo. Ho conosciuto la depressione e in quegli anni mi sono fermato”

La depressione è un mostro insidioso che non ti fa render conto di esser malato. In più è difficile parlarne con gli altri in quanto non si vede, non arreca ferite ma il dolore è sempre li presente. Un dolore invisibile, persistente che a poco a poco fiacca la vittima fino a distruggerla completamente.

La riconquista della vita

Questo male che lo ha attanagliato per ben 4 anni, stava per riuscire ad annientarlo e farlo smettere di fare la cosa che gli piaceva più fare: aveva pensato di smettere di cantare:

“Quando soffri di depressione è normale che molli. Molli tutti i giorni, non ti importa di niente. È difficile da spiegare, ma tutto aveva perso importanza. Pensavo solo che non avevo più i miei genitori che per me erano tutto, un punto di riferimento molto forte”

Le responsabilità crescenti (essendo anche il primogenito della famiglia), unite alla mancata metabolizzazione della morte dei suoi genitori, lo ha reso sempre più fragile. Fino a quando, dopo 4 lunghi anni, ha trovato la forza di reagire:

“È uscita fuori un’altra parte di me, la parte di me che voleva cambiare. Con quel dolore sono cambiato. Il dolore è importante e non solo per gli artisti, ma per tutti gli esseri umani. Fa parte della nostra vita. Se non conosci il dolore non conosci nemmeno la gioia. Ti fa crescere, devi trovare una forza più grande e la devi trovare da solo”


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