“SONO GAY”. 15ENNE FA COMING OUT CON I GENITORI: LORO LO PICCHIANO

Un quindicenne parla apertamente ai suoi genitori del suo orientamento sessuale. I genitori però, non lo accettano e con parecchia violenza, hanno manifestato il loro disappunto.

Una storia difficile da credere

Rimane difficile nel 2023, leggere ancora di storie simili, eppure, purtroppo, ancora accadono. Soprattutto, rimane difficile rimanere impassibili davanti a tale crudeltà ingiustificata.
La storia che andremo a scrivere, è un chiaro esempio di come l’umanità abbia fatto un passo indietro rispetto alla civilizzazione.
Le varie differenze, che siano esse di genere, di orientamento sessuale o di cultura, non dovrebbero mai essere discriminate, soprattutto qui in Italia dove si ambisce sempre ad avere una morale e una cultura superiore.

Cosa è realmente successo

Ciò che è successo, ha i connotati dell’assurdo: un ragazzo, per anni ha nascosto ai suoi genitori il suo orientamento sessuale. Poi, un giorno, prima di rincasare, ha scritto un messaggio ad entrambi i genitori. Il testo recitava un messaggio lapidario:

“Sono gay”

A questo messaggio, il giovane, di soli 15 anni, non aveva ricevuto risposta. La coppia di genitori, ha origini egiziane ed è molto fedele ai dettami del Corano.
Tornato a casa, al posto di trovare comprensione, il giovane è stato pesantemente picchiato: la madre, insieme al padre, hanno deciso di punire così loro figlio che era chiaramente andato contro i dettami del testo sacro, che vieta in maniera inequivocabile i rapporti sessuali tra lo stesso sesso.
Addirittura, la donna avrebbe riempito una valigia con tutti i libri di scuola del figlio, intimandolo di andarli a buttare nella spazzatura in quanto la stessa scuola, era la prima responsabile ad aver traviato le idee del giovane.
Il padre invece, non ha badato a mezzi termini: con uno schiaffo ha fatto volare a terra il figlio che era tranquillamente seduto su una sedia, gridandogli contro:

“Vuoi sposarti con un uomo? Allora tirati giù i pantaloni che ti…”

Entrambi i genitori sono stati condannati dal Tribunale di Milano per lesioni personali, con l’aggravante della discriminazione, omissione di soccorso e concorso omissivo.

“L’aggressione perpetrata dal padre è stata nitidamente ispirata da sentimenti di odio verso l’autonomia manifestata dal minore sulle proprie scelte di genere

Così ha recitato la sentenza del giudice Luca Milani, che poi rivolgendosi alla madre, conclude:

“Aveva l’obbligo giuridico di impedire le lesioni”, aggiungendo: “Ha omesso anche di prestargli le cure necessarie”


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