Galli lancia l’allarme: “la variante delta è più pericolosa”

Nonostante si siano fatti passi da giganti nella lotta contro il coronavirus, una nuova incognita incombe sull intero globo.

Stiamo parlando della temibile Variante Delta (ex Variante indiana).

L’Italia si appresta a tornare alla normalità, a piccoli passi ma molto significativi.

La fine del coprifuoco in gran parte di Italia sta facendo ben sperare i cittadini, soprattutto quelli che sono stati più colpiti dalle restrizioni.

In particolare, parliamo dei commercianti, ristoratori, e gestori di locali, che ora riescono a respirare un po’ grazie alla fine di queste limitazioni.

Eppure, il professor Galli avverte la popolazione:

“stiamo attenti, l’incubo non è finito. Il problema ora si chiama Variante Delta“.

La Variante Delta

Sin da quando è iniziato l’incubo del coronavirus, i virologi e gli infettivologi di fama mondiale hanno provato a prevedere l’esito di questa battaglia epidemiologica.

Su tutti, c’è il professor Massimo Galli, dell’ospedale Sacco di Milano.

Sin dalle prime battute, il professor Galli aveva avvertito la popolazione che la lotta contro il virus sarebbe durata per molto.

Questo perché i più attenti avevano già preventivato l’arrivo delle famose e temute varianti, ovvero le mutazioni del virus.

In particolar modo, a preoccupare i cittadini, ci sono la Variante Alpha (ex variante inglese) e la Variante Delta (ex variante indiana).

Vediamo com’è la situazione attuale, e cosa dobbiamo aspettarci.

La Variante Delta è il maggior pericolo ora

Com’è noto, le variazioni e le mutazione del genoma del Sars Cov2 potrebbero mettere in ginocchio ancora il mondo.

Vediamo, attraverso alcuni dati esplicativi, cosa dobbiamo aspettarci nel prossimo futuro.

Mentre il mondo si sta preparando a tornare alla normalità (in gran parte di Italia è finito il coprifuoco, mentre in Francia si sta per dire addio alle mascherini all’aperto), i professori e i virologi avvertono sull’incombere delle nuove varianti.

Per ora residuale è la percentuale della variante Delta sul totale delle genotipizzazione: l’1,20% a maggio e finora l’1,15% a giugno.

Le proporzioni, secondo l’ultimo report della Regione Lombardia, parlano di un 89% di variante inglese trovata nei tamponi analizzati, contro uno 0,47% di variante “Delta“, o indiana


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