limitazione agli spostamenti e coprifuoco

Coprifuoco anticipato e nuova soglia critica

Ipotesi coprifuoco anticipato

Si fa strada l’ipotesi di un coprifuoco anticipato.

C’è un forte timore che si possano raggiungere i 40 mila casi giornalieri, e le strutture ospedaliere in questo caso sarebbero messe di nuovo alle strette, costringendo i governo a nuove misure restrittive in caso di un forte aumento di contagi

L’ipotesi che si sta facendo strada è un coprifuoco anticipato alle ore 21:00, ed ulteriori limitazioni per i cittadini

Nella riunione riservata di martedì a Palazzo Chigi, prima che i ministri presentassero il nuovo DPCM, il presidente del consiglio dei ministri Mario Draghi, i tecnici e i ministri competenti si sarebbero detti preoccupati per una repentina accelerazione della curva.

si sono quindi interpellati sulle strategie da utilizzare qualora i casi, come sembra attualmente, dovessero aumentare.

Tra le nuove strategie c’è la fissazione di una nuova soglia critica per far scattare altre limitazioni tra cui un coprifuoco anticipato e ulteriori restrizioni agli spostamenti delle persone.

L’obiettivo è quello  di stare sempre in allerta ed in costante contatto con le aziende sanitarie locali, i sindaci e i governatori della regione affinché vengano individuati nel più breve tempo possibile nuovi focolai e isolate in rosso le zone ad alto rischio con stop alla mobilità, chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, serrata dei bar, dei ristoranti e dei negozi, ed un coprifuoco anticipato

La variante inglese

La variante inglese sta facendo aumentare i contagi a dismisura, La variante inglese, già di suo è più infettiva del ceppo originario di Wuhan, in più provocherebbe anche un’infezione più duratura: 13 giorni contro gli 8 del virus “originale”.

Questi dati sono la prova che la variante B.1.1.7 del Sars-Cov-2 può causare infezioni più lunghe con concentrazione virale di picco simile rispetto al virus non mutato. Questa durata estesa può contribuire alla maggiore trasmissibilità di B.1.1.7

Spiega il dottor Carlo Federico Perno direttore di microbiologia dell’ospedale bambino Gesù di Roma:

“Se la mia carica virale ad inizio della mia sintomatologia, ad esempio, è cento, da quel momento sono necessari circa sette giorni per tornare a zero. Ma, se parto da mille, non saranno sette giorni ma ce ne vorranno 10-12-14 perché dovrò arrivare a zero partendo da più in alto. Il fatto che l’infezione duri di più ha una sua logica virologica precisa. Non è un problema di cattiveria del virus ma c’è più virus e l’organismo dura più tempo per liberarsene, la sua durata maggiore è legata a questo”


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