Natale 1918: come ci si comportava nel pieno dell’influenza spagnola?

La pandemia del coronavirus si appresta a entrare nella famigerata terza ondata in tutto il mondo.

Il pianeta intero soffre l’enorme diffusione del contagio da coronavirus, e i cittadini del mondo fanno del loro meglio per frenare l’epidemia che ci sta mettendo in ginocchio.

Ora, a peggiorare la situazione, vi è un contesto piuttosto speciale.

Ovvero le festività del Santo Natale.

In questo periodo, molte persone hanno dovuto dire addio ai loro cari. Medici, infermieri, e personale ospedaliero, hanno come primo pensiero l’aiuto che possono dare alle famiglie dei contagiati dal coronavirus.

Dunque, il clima di festa non si percepisce come gli anni passati.

Ma a proposito di anni passati, come si comportò la popolazione durante il Natale 1918?

L’anno è quello tragico dove l’influenza spagnola mise in ginocchio la popolazione mondiale.

Scopriamolo insieme.

L’influenza spagnola nel Natale 1918

L’influenza spagnola è stata l’ultima (prima del coronavirus) epidemia che ha coinvolto una grossa fetta del Pianeta Terra.

L’influenza spagnola decimò la popolazione mondiale: le stime del tempo parlano di 50 milioni di morti in tutto il mondo. Quasi un milione solo negli Stati Uniti.

500 milioni di casi, e un numero infinito di persone distrutte senza i loro cari.

Durante il periodo di Natale del 1918, l’influenza spagnola era al culmine della seconda ondata.

A preoccupare di più, vi era anche la Grande Guerra, il conflitto mondiale che interessò l’intero pianeta.

Come ci si comportava durante l’influenza spagnola sotto Natale?

Come detto, il Natale 1918 è stato caratterizzato dalla seconda (quasi terza) ondata di influenza spagnola e dalla Prima Guerra Mondiale.

Le comunicazioni e la scienza medica, ovviamente, non erano ai livello odierni.

Dunque, ci è stato difficile reperire tali indicazioni. Ma secondo uno stralcio del New York Times dell’epoca, la situazione sembrava molto diversa da quella attuale.

Di simile vi erano negozi chiusi, così come le scuole, mentre gli ospedali soccombevano dinanzi a quella tragica e si adagiavano campi di cura all’ultimo secondo.

Ma la mente delle persone era più che altro occupata dalla Grande Guerra. Dunque, l’incubo dell’influenza spagnola preoccupava ancor meno.

A Park Avenue, Manhattan, dove fu registrato un grande evento per celebrare i soldati ritornati, il famoso giornale americano, infatti, recitava così: 

“Oltre al divertimento e al ballo ci saranno 300 libbre di cioccolato fondente fatto da belle ragazze, e tantissime libbre di torta ghiacciata, per lo più preparata dalle loro madri”.

Sembra davvero impossibile registrare un clima di festa dopo che l’influenza spagnola decimò l’intera popolazione mondiale.

Eppure, la felicità per la fine della Prima Guerra Mondiale fece cancellare tutto.


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