Si torna in zona gialla: ecco le regioni a rischio.

La variante Delta galoppa in Italia e in Europa e con lei il rischio per le regioni di tornare in zona gialla. A oggi, lunedì 19 luglio, nessuna regione deve cambiare colore però già da settimana prossima questo potrebbe avvenire.

Tra le regioni con un’incidenza più alta del virus, e quindi più a rischio di uscire dalla zona bianca ci sono: la Sardegna, la Sicilia, il Veneto, il Lazio e la Campania. Di questo rischio ha parlato il ministro Speranza, che ha annunciato anche nuovi parametri per l’assegnazione del colore, dove i ricoveri avranno più peso dei semplici contagiati. Per saperne di più sul cambio di colore delle regioni italiane continua a leggere.

Chi entrerà in zona gialla

La variante Delta non accenna a frenare e purtroppo con lei anche le conseguenze. Tra queste, le restrizioni che ormai in questi mesi abbiamo conosciuto. Se da oggi, lunedì 19 luglio, non vedremo nessuna regione tingersi di giallo, non possiamo dire la stessa cosa per la prossima settimana, dove vedremo in alcune di queste il ritorno di alcune restrizioni. Il dato che ad oggi conta per gli scienziati è quello dell’incidenza di casi ogni centomila abitanti in una settimana, sopra i cinquanta si esce dalla fascia bianca.

I nuovi parametri per i colori delle regioni

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Ad oggi le regioni più a rischio sono: la Sardegna (con incidenza 33,2), la Sicilia (con incidenza 31,8), il Veneto (con incidenza 26,7), il Lazio (con incidenza 24), la Campania (con incidenza 21,7). Nulla però è scontato perché alcune regioni vedono cambiare l’incidenza di settimana in settimana, oltre al fatto che i parametri per la definizione dei colori nelle zone d’Italia potrebbero cambiare a breve.

Sono delle ultime ore, infatti, l e dichiarazioni del ministro della salute Roberto Speranza che ha dichiarato che sui colori delle regioni peseranno di più i ricoveri piuttosto che i casi: «In una fase caratterizzata da un livello importante di vaccinazione è ragionevole che nei cambi di colore e nelle conseguenti misure di contenimento pesi di più il tasso di ospedalizzazione rispetto agli altri indicatori».


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