“ODDIO, LA TESTA”, POI IL BUIO. ANDREA ERA STATO DIMESSO 3 VOLTE DAL PRONTO SOCCORSO

Fa molto discutere la morte di questo 43enne. L’uomo prima di morire, era già stato dimesso più volte. Ecco cosa sta emergendo dall’inchiesta.

Cosa è successo

Qualche settimana fa, si è consumata una gravissima tragedia che ha visto come protagonista, un 43enne padovano.
Sui medici che hanno preso in cura l’uomo, al momento pende un’accusa gravissima: l’uomo si era recato più volte in ospedale con gli stessi sintomi, ma non è stato curato a dovere. Infatti sul caso è stata aperta un’inchiesta: i sei medici sono stati accusati di omicidio colposo e responsabilità sanitaria.
Insomma, dalle prime ricostruzioni sembra che tutti i medici che lo hanno visitato, abbiano sottovalutato il problema, fino a che l’uomo, non è riversato in condizioni irreversibili.
Ma ecco come è andata l’intera vicenda, con l’iter sanitario dell’uomo che accusava malori già dallo scorso ottobre.

Come sono andate le cose

Tutto questo, è accaduto a Arre, in provincia di Padova. L’uomo, di nome Andrea Nataliato, prima di morire si era recato per ben tre volte al pronto soccorso. La morte è sopraggiunta il 4 novembre scorso, ma i primi sintomi li aveva già iniziati ad avvertire a ottobre.
Già ai primi dolori, Nataliato si è fatto accompagnare in Guardia Medica, in cerca di aiuto. Di tutta risposta, gil è stata prescritta una normale terapia farmacologica atta ad abbassare la pressione.
Il 28 ottobre poi, l’uomo ha avvertito dolori più fitti, tanto da recarsi urgentemente al pronto soccorso. Nella struttura, è stato sottoposto a 2 tac, entrambe però hanno dato esito negativo. Per questo motivo, anche i medici del pronto soccorso hanno continuato a prescrivergli una terapia farmacologica differente, per diminuire la pressione e successivamente è stato dimesso.
Infine, l’ultima, disperata richiesta di soccorso: la mattina del 31 ottobre Andrea Nataliato si è ripresentato in ospedale, con gli stessi sintomi ma divenuti insopportabili (accompagnati da pressione molto alta), ma a mezzogiorno è già stato dimesso dall’ospedale.
Tornato a casa, ha perso conoscenza, rimanendo in questo stato per ben due giorni. Ricoverato d’urgenza all’ospedale di Monselice, è stato subito trasferito all’ospedale di Padova dove, il 4 novembre è spirato a causa di un’emorragia cerebrale.


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