RIMARREMO SENZA BENZINA: ECCO LA DATA DA SEGNARE SUL CALENDARIO

Non arrivano belle notizie per l’Italia: c’è una precisa data da tenere in conto che segnerà la fine del rifornimento di benzina per quanto riguarda una parte del nostro paese. Questo giorno potrebbe avere conseguenza gravissime.

La decarbonizzazione

Con lo scoppio della guerra, si è messa ancora di più in evidenza la necessità dell’Italia di staccarsi dalle dipendenze russe.
Ma questo distaccamento non è sempre così facile. Il processo avrebbe dovuto avvenire in un paio di decenni.
Come spiegava qualche mese fa Claudio Spinaci, presidente dell’Unione delle Energie per la Mobilità:

“E’ evidente che si è già avviato. Alcune nostre raffinerie già producono biocarburanti partendo da materiale biologico non più fossile”, aggiungendo: “Nell’arco di quindici venti anni le raffinerie ridurranno drasticamente fino ad azzerare nel 2050 come materia prima il petrolio sostituito da queste materie rinnovabili e riciclabili”

Il problema della raffineria di Priolo

Questo lento processo di decarbonizzazione però, ha incontrato un grosso ostacolo: la guerra in Ucraina.
Con lo scoppio delle ostilità, il processo che avrebbe voluto l’Italia indipendente dalle materie prime russe deve, per forza di cose, subire un’accelerazione.
Gli impianti però al momento non sono pronti, e alcuni rischiano addirittura di chiudere: in Sicilia, la raffineria di Priolo (un impianto Lukoil, colosso energetico russo) con l’introduzione dell’embargo al petrolio russo, a partire dal 5 dicembre, potrebbe portare molti problemi.

Spinaci stesso ha lanciato l’allarme. Secondo quanto riportato, la controllata italiana non avrà accesso al credito “per un eccesso di cautela”.
In pratica, la raffineria rischia di non avere “dalle banche le garanzie finanziarie indispensabili per le forniture”.
Questo potrebbe portare ad un grave danno per quanto riguarda l’Italia in quanto la raffineria in questione (da sola) produce il 20% dei prodotti petroliferi italiani.
Per quanto riguarda il gas, l’Unione Europea pare stia pensando ad un razionamento.
Claudio Spinaci ha ribattuto così a questa eventuale possibilità:

“I nostri impianti sempre nei limiti di emissione, hanno già cominciato a utilizzare altri prodotti interni al processo lavorativo, come il gpl o il gas di raffineria. Stiamo massimizzando le nostre risorse, ovviamente tenendo conto dei limiti consentiti”


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