Spunta un nuovo incredibile dettaglio sulla vicenda Denise Pipitone.

Denise Pipitone, spunta una nuova ipotesi: ecco cosa sta succedendo

Tutta Italia è con il fiato sospeso per il caso di Denise Pipitone. Il caso della scomparsa della bambina risale ad ormai diciassette anni fa, ma il caso è stato riaperto dopo diverse segnalazioni sul suo ritrovamento.

Da quel primo settembre del 2004, sembra passata una vita, ma adesso che il caso è stato riaperto tutto sembra essere tornato a quei giorni. Gli inquirenti sono a lavoro nel silenzio più totale, e sono sempre di più i dettagli sulla vicenda che sembra essere ad un passo dalla svolta decisiva. Continua a leggere per saperne di più.

La scoperta della botola segreta

Tanti i dettagli che stanno uscendo in questi ultimi giorni. Tra le nuovissime novità c’è quello riguardante una stanza segreta. Di questa ipotesi se ne è parlato alla trasmissione televisiva di Rete quattro, Quarto Grado. A bocciare questa ipotetica “botola” è Gaspare Morello, legale e rappresentante dei proprietari dell’immobile. Quest’ultimo ha dichiarato che nel soffitto lavorato in legno non sembrano esserci tracce di questa camera segreta. Questa ipotesi è nata dopo la testimonianza di uomo che avrebbe provato ad acquisire la casa nel 2005 e si era accorto di questa difformità (che nel catasto della casa non risultava).

Le dichiarazioni di Piera Maggio

A rispondere a queste ipotesi, la diretta interessata madre della bambina, Piera Maggio: “abbiamo sempre cercato la verità sul rapimento di Denise, anche adoperandoci per fare in modo per questa emergesse. Raccontare parzialmente fatti già verificati, facendo allusioni che non hanno portato a nulla, di certo serve solo a creare illazioni e diffamazioni”.

E poi ancora: “Sappiate che durante il processo di primo grado, l’unica pista alternativa evidenziata dai legali dell’imputata è stata solo e soltanto la pista rom, non altre. Questo per far comprendere a tutti che, nonostante alcuni dissidi, non esistevano i presupposti per accusare altri appartenenti alla cerchia ristretta dei familiari di Denise, poiché hanno collaborato, le loro posizioni furono vagliare, chiarite ed escluse dall’inchiesta”.


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