STRAGE DI ERBA, C’È UN NUOVO TESTIMONE: VERSO LA RIAPERTURA DEL CASO

Potrebbe clamorosamente riaprirsi il caso sulla strage di Erba. Un testimone, potrebbe ribaltare la sentenza dei giudici. Ecco le parole dell’avvocato difensore.

Cos’era successo

A distanza di quasi 16 anni, si ritorna a parlare di uno dei casi di cronaca nera, più famosi d’Italia, ovvero della strage di Erba.
La strage è avvenuta l’11 dicembre del 2006, e come ricorderanno in molti, i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, sono stati condannati all’ergastolo con l’accusa di esser stati loro i colpevoli della strage.
In quell’appartamento incendiato, morirono ben 4 persone, con una quinta ferita a morte.
L’incendio è divampato intorno alle 20:20, in un appartamento situato in via Diaz, a Erba.
Due vicini, entrando nella palazzina e notando le fiamme, rinvengono il corpo di Mario Frigerio, gravemente ferito, morto pochi minuti dopo aver indicato ai soccorritori dov’era sua moglie, Valeria Cherubini, già morta a sua insaputa a causa del monossido di carbonio.
I vigili del fuoco poi, una volta domate le fiamme, hanno ritrovato altri 3 corpi privi di vita: quello di Raffaella Castagna, di Paola Galli (madre di Raffaella) e del figlio Youssef Marzouk, di soli 2 anni.
Ma gli avvocati dei coniugi condannati per la strage, sono pronti a riaprire il caso con importanti novità.

Le parole dell’avvocato difensore

Secondo il legale che difende la posizione di Olindo Romano e Rosa Bazzi, ovvero Fabio Schembri, ci sarebbero troppi lati “oscuri” nelle indagini, ovvero alcune piste per lui importanti, che non sono state setacciate. Infatti, in una recente intervista per il programma “Crimini e Criminologia” trasmesso da Cusano Italia TV:

“Stiamo lavorando da tempo come collegio difensivo di Olindo Romano e Rosa Bazzi, insieme ai nostri consulenti per presentare una richiesta di revisione del processo. Ci siamo quasi, la richiesta sta per essere presentata, non so dirvi quanto manca, ma posso dire che non saranno tempi lunghi. La revisione del processo è un istituto estremamente difficile da attivare perché ci vogliono delle prove nuove; quindi, stiamo lavorando per portare prove nuove su ogni singolo elemento. Si è cercato sempre di annacquare quelli che erano dei dati tecnici, per puntare su un movente flebile come quello delle liti condominiali; invece di puntare su moventi ben più pregnanti quale era il traffico di sostanze stupefacenti che veniva effettuato nell’ambito dell’abitazione di Raffaella Castagna, moglie di Azouz Marzouk che era stato arrestato per droga”

Aggiungendo un’importante novità, ovvero un testimone che confermerebbe quanto sopra detto:

“Non a caso all’inizio la Guardia di Finanza cercò di esaminare quella pista, trovando degli elementi di una certa consistenza. Su questo abbiamo un nuovo testimone, il tunisino Abdi Kais, amico di Azouz che era residente proprio in via Armando Diaz a Erba, cioè nell’appartamento della strage. E questo testimone ha parlato di gravi liti avvenute prima dell’11 dicembre 2006, liti per droga culminate anche con accoltellamenti. Inoltre, ha raccontato che venne accoltellato gravemente anche il fratello di Azouz. Questo testimone poi ha raccontato di aver ricevuto l’ordine di eliminare alcuni elementi del gruppo rivale e che nell’abitazione di Raffaella Castagna venivano custoditi dei valori provenienti dallo spaccio di droga. L’altro elemento nuovo riguarda le intercettazioni ambientali mancanti e la testimonianza di un carabiniere che all’epoca dei fatti lavorava presso il nucleo operativo di Como per occuparsi proprio di intercettazioni ambientali e telefoniche. Questo carabiniere ci ha garantito che tutte le operazioni d’intercettazione si svolsero regolarmente; cioè non ci furono interruzioni, altrimenti le avrebbero segnalate. Quindi questa è un’altra grave anomalia perché mancano anche altre intercettazioni. Evidentemente, qualcuno le ha fatte sparire, forse perché scagionavano i coniugi Romano. E per anni ci hanno sempre detto, magistrati compresi, che le intercettazioni erano tutte”


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