La brutta notizia che non volevamo sentire su Saman Abbas.

Se c’è una vicenda che sta tenendo con il fiato sospeso gli italiani quella è sicuramente la scomparsa della giovane ragazza Saman Abbas, di cui non si hanno tracce ormai dalla sera del 30 aprile.

È di poche ore fa una brutta notizia che non ci voleva. Ricordiamo che, la diciottenne di origine pakistana è scomparsa e si presume sia stata uccisa dai familiari per essersi opposta ad un matrimonio combinato. Dopo oltre due mesi di ricerche, in cui sono state impiegate molti uomini e risorse, purtroppo è arrivata la brutta notizia che nessuno si aspettava, o meglio, non voleva aspettarsi. Continua a leggere per saperne di più sulle ultime notizie di Saman Abbas.

Un ambiente teso prima della scomparsa

Come anticipato, è molto probabile che la giovane ragazza Saman Abbas sia stata uccisa dalla sua stessa famiglia per essersi opposta ad un matrimonio combinato. A conferma di questa ipotesi, ci sono proprio le parole del fratello di Saman, che agli inquirenti ha parlato di un ambiente molto teso in casa nei giorni precedenti alla scomparsa della giovane. Il ragazzo ha anche accusato lo zio per essere il diretto esecutore dell’omicidio. Intanto continuano le ricerche degli altri familiari scappati all’estero dopo la scomparsa di Saman. Dopo più di due mesi di ricerche, ecco che purtroppo è arrivata la brutta notizia che nessuno si aspettava.

La brutta notizia

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Le ricerche nelle ultime ore si sono intensificate e sono stati utilizzati tutti i possibili mezzi tecnologici più avanzati come geoscanner in alta definizione, elettro magneto metri, droni, analisi delle informazioni satellitari e delle telecamere. La brutta notizia è che però della ragazza non vi è traccia.

L’altra bad news è che verranno interrotte le ricerche del corpo di Saman Abbas nelle campagne di Novellara in Emilia Romagna. Continueranno invece le attività investigative per cercare indizi o testimoni che potessero aver notato qualcosa di sospetto la sera della scomparsa, oltre che continuerà la caccia ai familiari latitanti, che al momento sono ritenuti i responsabili dell’omicidio e l’occultamento del cadavere della diciottenne pakistana.


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