Ora legale: cambia tutto?

Ora legale 2021, ecco quando bisognerà spostare le lancette | La decisione dell’Italia sul cambio orario definitivo

Parliamoci chiaro, a chi non piacerebbe vivere sempre con un’ora più di sole? Non a tutto il mondo a quanto sembra. L’Unione Europea qualche anno fa ha sollevato il caso su tale questione, dando la possibilità agli stati dell’unione stessa di poter decidere se abolire l’ora legale e mantenere tutto l’anno un solo fuso orario, scegliendo tra l’ora solare e quella legale, come succede attualmente in Russia.

Per chi vorrà mantenere sempre l’ora solare il vantaggio è duplice: da una parte il risparmio energetico dovuto alle più ore di sole, dall’altro prettamente sociale dando la possibilità alle persone di stare più tempo all’aperto durante la giornata.

 

Gli effetti dell’ora legale

Attualmente paesi come la Francia, la Finlandia e altri stati nordici hanno indetto un referendum per mantenere l’ora solare. La scadenza per la possibile variazione dell’orario per gli stati sarà a fine anno. Ciò potrà comportare un grande varietà di fuso orari che potranno confondere non poco i cittadini europei.
Ma cosa comporta questo cambiamento d’orario? Gli effetti vi anticipiamo sono minimi. Perlopiù la prima settimana ci si può sentire storditi e spossati, un po’ come il jet lag. Soprattutto per chi si alza presto per andare a lavoro. Per il resto sono più i benefici che altro, vivendo sicuramente un’ora più di sole non ci può che giovare (oltre alla questione del risparmio energetico notevole).

La decisione dell’Italia

L’Italia quindi si ritrova di fronte ad un bivio: mantenere l’attuale politica?
Ovvero ogni ultima domenica di marzo entra in vigore l’ora legale, per finire all’ultima domenica di ottobre. Quest’anno quindi dal 28 marzo al 31 ottobre avremo l’ora legale, nel prossimo invece l’ora solare partirà appunto dal primo Novembre 2021 e finirà il 27 Marzo 2022.

L’altra alternativa invece è abolirla per mantenere l’unica ora solare.
Questa opzione più drastica andrebbe a rivoluzionare totalmente l’abitudine dei cittadini italiani che usufruiscono di questa misura ormai in pianta stabile da cinquantasei anni.
Al momento il governo Conte ha preferito mantenere l’attuale legislazione ed ha inviato una richiesta formale all’Unione Europea. Come si comporterà il governo Draghi? Confermerà la scelta o ribalterà (per dirla alla Alessandro Borghese) la situazione?


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