Donna incinta stuprata, il marito uccide l’aggressore con un machete

Orrore e spavento si sono consumati a Tongaat, una cittadina del Sudafrica facente parte dell’area metropolitana di Durban.

L’intera popolazione si è definita scioccata da ciò che è successo, indicando il delitto come il più atroce mai avvenuto nell’intero distretto.

Il delitto

In piena mattinata, poco prima delle 11:00, un uomo si è introdotto nell’abitazione della coppia puntando diretto alla camera della donna, che si trovava al quinto mese di gravidanza. Malgrado lo stato interessante, l’uomo non ha avuto scrupoli nell’abusare della vittima e a commettere un feroce atto di stupro.

Quello di cui non era a conoscenza, probabilmente, era la presenza del marito della donna nell’altra stanza che, allertato dalle grida e dai rumori, è corso nella camera scoprendo ciò che la sua consorte stava subendo.

A quel punto, ha impugnato un machete e ha colpito ripetutamente lo stupratore, provocandogli profonde ferite alla testa e alle braccia, riuscendo a liberare la donna.

L’autore della violenza

Lo stupratore è morto immediatamente a causa dei colpi di machete ricevuti. La sua identità non è stata rivelata dalla polizia, ma sono filtrate informazioni riguardo il suo abbigliamento: un completo da calcio con pantaloncini targati Arsenal, una delle numerose squadre di Londra.

Non avendo a disposizione le generalità dell’individuo, non è stato possibile formulare un movente. La sicurezza con cui l’uomo si è diretto nella camera della donna, però, fa pensare a una probabile conoscenza tra i due.

Le conseguenze della vicenda

La coppia ha chiamato i soccorsi subito dopo la fine della colluttazione. Nonostante ciò, le profonde ferite inflitte con il machete hanno causato una morte per dissanguamento, senza che fosse possibile nulla per gli interventi.

La polizia ha arrestato il marito per omicidio, nonostante l’atto fosse intercorso per prendere le difese della moglie.

Si attendono aggiornamenti dalla polizia sudafricana e dai legali della coppia.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Condivisioni